i DATI ISTAT riportati come indicatori demografici al 1° gennaio 2018 confermano le tendenze demografiche nel nostro paese già presenti nei decenni scorsi, con calo delle nascite al minimo storico, aumento dei decessi e dati sulla composizione della famiglia che disegnano sempre più l’immagine di un paese per vecchi.
Queste tendenze devono essere analizzate alla luce dei fenomeni migratori planetari che, interessando anche e soprattutto l’Italia, possono essere considerati da molti osservatori rimedi ad un trend demografico che incide fortemente sulla produttività del paese e sui costi della gestione previdenziale e sanitaria.
Mi fanno riflettere anche i dati sul sentiment sulla condizione economica delle famiglie, perché le prospettive di sviluppo e di ricrescita sono strettamente connesse alla percezione della sicurezza ed ai meccanismi generatori della fiducia, i quali cambiano e diventano meno propulsivi in funzione dell’età e delle prospettive di vita delle persone.
La tabella che segue mostra i dati raccolti dall’ISTAT per la regione Abruzzo nel periodo 2004 2016 sul giudizio percepito dalle famiglie sulla condizione economica:
E’ evidente il trend crescente della percezione di difficoltà e grande difficoltà che avvertono le famiglie abruzzesi, che svela un indice passato da 32,0 del 2004 al 42,30 del 2016.
Ecco gli indicatori demografici ISTAT:
Al 1° gennaio 2018 si stima che la popolazione ammonti a 60 milioni 494mila residenti, quasi 100 mila in meno sull’anno precedente (-1,6 per mille).
Nel 2017 si conteggiano 464mila nascite, nuovo minimo storico e il 2% in meno rispetto al 2016, quando se ne ebbero 473mila.
I decessi sono 647mila, 31mila in più del 2016 (+5,1%). In rapporto al numero di residenti, nel 2017 sono deceduti 10,7 individui ogni mille abitanti, contro i 10,1 del 2016.
Il saldo naturale nel 2017 è negativo (-183mila) e registra un minimo storico.
Il saldo migratorio con l’estero, positivo per 184mila unità, registra un consistente incremento sull’anno precedente, quando risultò pari a +144mila . Aumentano le immigrazioni, pari a 337mila (+12%) mentre diminuiscono le emigrazioni, 153mila (-2,6%).
Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità straniera sono 292mila (+10,9% sul 2016) mentre i rientri in patria di italiani sono 45mila (+19,9%).
Solo 40mila emigrazioni per l’estero, sulle complessive 153mila, coinvolgono cittadini stranieri (-5% sul 2016) contro 112mila cancellazioni di cittadini italiani, in leggera diminuzione (-1,8%).
Nonostante un livello inferiore di nascite, il numero medio di figli per donna (1,34) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto sale a 31,8 anni.
Non si rilevano variazioni significative sulla speranza di vita alla nascita: 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne. Il gap di sopravvivenza tra donne e uomini scende a 4,3 anni.
POVERI MA VIVI! il che è una consolazione
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