Dagli avvocati ai notai, perché l’intelligenza artificiale cambierà la vita dei professionisti –di Alberto Magnani 23 ottobre 2017

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STUDIO CAPGEMINI 07 settembre 2017 Intelligenza artificiale? In Italia, più di 2 aziende su 5 stanno avviando progetti su larga scala

«Negli studi saranno necessarie competenze differenti – conclude Rorato –. Se si riduce il tempo d’istruttoria, ci sarà bisogno, per esempio, di persone di marketing e magari di esperti di intelligenza artificiale capaci di “istruire” i software. Con competenze sia tecniche che in informatica evoluta».

articolo completo su Il sole24ore articolo di Alberto Magnani 23 ottobre 2017

L’utente spiega rapidamente il danno subìto e chiede lumi al chatbot, sperando che le parole chiave digitate intercettino le conoscenze del sistema.Giro d’affari e casi singoli non rispecchiano comunque né lo stadio di maturità della tecnologia né la preparazione dei professionisti ad assorbirla nella propria routine. Secondo dati del Politecnico di Milano, solo il 31% degli studi si è dotato di un software di gestione e controllo. Ci sono davvero margini per affidare ruoli di responsabilità a dispositivi programmati con il machine learning, l’apprendimento automatico delle macchine?

«L’intelligenza artificiale può alzare l’asticella della qualità professionale, svolgendo per esempio parte del lavoro preparatorio – spiega Nastri -. Ma la scelta finale resta demandata, ovviamente, all’intervento umano».Tra gli esempi in ambito legale ci sono software addetti allo “smaltimento pratiche”: «Una volta stabilito il caso da esaminare, il software può proporre tutte le soluzioni possibili – aggiunge Nastri -. Però, ripeto, quando si tratta di scegliere la soluzione contrattuale più adatta o le soluzioni negoziali bisogna affidarsi al giudizio del professionista».Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale del Politecnico di Milano, conferma che l’intelligenza artificiale è «in fase più che pionieristica». Ma lascia trasparire il suo valore aggiunto: un «supporto decisionale» che libera energie intellettuali. «Sempre per citare un caso in ambito legale – prosegue Rorato –, un software di intelligenza artificiale può comprimere l’attività di istruttoria e consentire all’avvocato di poter impegnare più tempo nelle attività intellettuali importanti».



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