Le imprese sono organizzazioni mobili e vitali: non stanno mai ferme, cambiano di continuo, per le sfide esterne che incontrano ogni giorno e per le spinte interne che provengono dai suoi protagonisti.
Spesso si progetta un’attività facendo dei conti, anche sommari, su un foglio statico e confidando su un contributo pubblico: niente di più limitativo!
Immaginate l’impresa come un essere vivente in un ecosistema biologico, dove si confrontano per il nutrimento di ciascuno prede e predatori, nel passare delle stagioni e nei cambiamenti climatici ed ambientali anche violenti che possono occorrere : ed ora immaginate se quell’essere vivente possa sopravvivere con un foglietto di carta nel quale c’è la mappa per trovare il suo cibo. No di certo!
Quali domandi porsi?
La prima: l’impresa ha bisogno di un visionario, di un imprenditore artigiano e di un organizzatore.
Il visionario è quello che ha l’innata capacità di guardare oltre, annusa pericoli ed opportunità quando ancora non ci sono e, soprattutto, è capace di sognare.
L’imprenditore artigiano è quello che conosce il prodotto o il servizio che vi apprestate a vendere: lo conosce perché è parte di sé stesso, ci si identifica, lo realizza come espressione del suo essere. E’ spesso burbero, testardo ed antipatico, ma generoso.
L’organizzatore ha la capacità di far convivere il visionario e l’imprenditore, il sogno e la realtà: è un politico.
In voi stessi o nel vostro team c’è un visionario, un imprenditore ed un organizzatore?
Seconda domanda: cosa fanno i concorrenti?
Immagino vogliate vendere un prodotto o un servizio. Allora chiedetevi guardando i vostri concorrenti futuri e potenziali, cioè quelli che prima di voi sono sul mercato, a chi vendono e come distribuiscono il prodotto. Dovrete fare altrettanto e meglio! oppure se intendente cambiare le regole del gioco, guardatevi intorno con attenzione: qualcuno già l’ha fatto, e tornate al via!
Questo è molto importante, perché capire a chi vendere e come farlo non vi farà sbagliare il posizionamento sul mercato: se sbagliate, rischiate di fallire prima ancora di cominciare.
Terza domanda: quanto hanno investito i concorrenti nella loro attività? Potete fare altrettanto? Se non potete farlo, attenzione! C’è qualcosa che dovete rimettere in discussione. Attenzione!
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