La Politica, le Elezioni e Marghotta. (parte I)

Capitolo 1 – Il Giardino
A casa abbiamo 11 cani: 6 sono pastori abruzzesi, razza forte orgogliosa e soprattutto consapevole di alcune semplici regole di funzionamento del branco; 1 è un pastore abruzzese nato in Puglia, maschio, sette anni, 50 chili; altri 3 sono meticci di grossa taglia ed infine c’è Pupi, una piccola pincherina non di razza, cane sentinella, sempre all’erta e con un udito incredibile.
La convivenza non è facile, quando le femmine vanno in calore è un manicomio, ma ci sono delle regole determinate dall’istinto, da rapporti di forza e da fattori esterni.
Il gruppo dei pastori abruzzesi aveva un capobranco che metteva in riga tutti, i suoi e gli altri, temuto e rispettato guai a mettere il muso sulla sua ciotola o occupare il suo spazio. Gli altri pastori lo rispettavano perché consapevoli delle regole di funzionamento del branco, gli altri cani per paura: solo il cane pugliese bianco di 50 chili, un po’ anzianotto, non lo temeva e allora dài scontri epici per la primazia nel Giardino di casa.
Abbiamo dovuto separarli, chiuso nel recinto l’uno o l’altro, mai insieme.
Con il tempo, tuttavia, un giovane maschio pastore abruzzese è diventato grande ed una giovane femmina, con il crisma del comando, Marghotta, è diventata molto prepotente: sono mutati i rapporti di forza, il giovane maschio si è azzuffato più volte con il capo branco, la giovane femmina con le altre femmine, cosicché nel Giardino di casa sembrerebbe essere in atto una vera e propria campagna elettorale per eleggere il nuovo capo.
Ma come fanno i cani la campagna elettorale, solo con le baruffe? No! Ma in un modo molto più sofisticato, dal punto di vista canino.
Il giovane maschio, che per mesi e mesi si era coltivato l’amicizia di due cuccioli di pastore abruzzese, giocando, correndo e soprattutto proteggendoli dagli altri cani, ha trovato due validi alleati. Ha poi dato il ben servito agli altri meticci (non c’è voluto troppo, è quasi il doppio di loro!) e piano piano ha assunto un ruolo importante nella popolazione canina del Giardino. Ed è così che è iniziata qualche baruffa tra il giovane ed il capobranco.
Da ultimo, gli scontri tra il vecchio capo branco ed il giovane pretendente hanno assunto modalità diverse: non è più una lotta uno a uno, perché i due cuccioloni (nel frattempo sono cresciuti!), quando il giovane ed il vecchio si affrontano, prendono le parti del giovane e mordono la coda e le zampe posteriori del vecchio capo branco. Ma non è finita: quando non litigano, il giovane, i cuccioloni e la giovane femmina stanno sempre insieme, ed il vecchio capobranco rimane isolato, da solo e indietro rispetto ai loro appostamenti per la difesa del Giardino. Se viene qualcuno, il giovane pretendente non corre come uno stupido al cancello esterno abbaiando, ma resta fermo impalato dinanzi la porta di casa, e quando tutti dormono, chi dorme davanti la porta di casa è proprio il giovane pretendente.
Insomma, la nuova generazione ha isolato il vecchio capobranco e ne ha occupato il posto fisicamente, e tra un po’ ci sarà l’incoronazione del nuovo capobranco.
Riepiloghiamo: una parte della popolazione, i cani meticci, è stata isolata per rapporti di forza; il cane pugliese anziano è stato emarginato dal vecchio capobranco, e poi questo è stato a sua volta isolato dal nuovo e sta emergendo la nuova leadership del giovane maschio bianco.
Sono state messe in campo strategie sofisticate da parte dei cani, il giovane ha aiutato i cuccioli che poi hanno trovato utilità a supportarlo, i segregati hanno fatto buon viso a cattivo gioco, per questioni di sopravvivenza: strategie e utilità.
In tutto questo, però, c’è il ruolo di noi umani, che per evitare che gli scontri degenerino, tiene separati il vecchio capo branco dalla morra degli altri meticci, contribuendo, anche non volendo, al suo isolamento: ma non si può fare diversamente. Per ora.
Noi umani siamo un po’ come il governo, l’istituzione per eccellenza, che fa in modo che la razionalità individuale non prevalga sulla razionalità collettiva.
* * *
Capitolo 2 – In Montagna
Poi ci sono i cani da pecora, quelli che lavorano e assistono il gregge. Tutta un’altra storia. Questi si guadagnano davvero lo scarso cibo che ricevono, un po’ di pane, siero di latte e qualche carcassa di animale morto: guidano il gregge e lo proteggono dai lupi, dividendosi tra loro le funzioni come se avessero avuto una specifica istruzione, che invece è solo il frutto di una secolare esperienza tramandata generazione in generazione.
Anche qui ci sono capi, gregari e segregati. I capi possono essere più di uno se il gregge è grande (come ci sono tanti partiti nella politica!): ogni gruppo di pecore, quando parte, viene accompagnato da un capo e da un gruppo di gregari che sono assegnati al gregge da logiche tutte interne al branco; si confrontano al rientro allo stazzo con gli altri gruppi, fronteggiandosi i capo branco, finché qualcuno arretra e concede il passo all’altro gruppo.
I segregati sono i cani toccatori, quelli piccoli rossi o neri che stanno sempre attaccati al pastore, unica loro difesa dal branco dei cani bianchi.
Ricapitoliamo: ci sono più gruppi di cani, ciascuno ha il suo capobranco, con i giovani del loro gruppo, poi c’è il gruppo di cani isolati, congelati, che non partecipano al gioco di potere. Anche qui i cani càmpano perché il pastore dà loro da mangiare.
Ma perché i cani si comportano così?
* * *
Capitolo 3 – le Dinamiche dominanti
Cerco di capirlo con riferimenti alla teoria dei giochi ed all’equilibrio di Nash, quello del film Beautiful Mind, cioè il grande matematico ed economista statunitense premio Nobel per l’economia nel 1994.
Dunque, nel mondo dei cani esistono N giocatori (n.b.: sia i cani che gli umani), che indicheremo con a,b,c,d ed e , un insieme di strategie, che chiameremo VETTORI = M, ciascuno dei quali contiene l’insieme di STATEGIE = S che il giocatore i-esimo ha a disposizione, cioè l’insieme delle azioni che esso può compiere: l’insieme delle scelte possibili (Sa, Sb …. Se).
Dunque: giocatori (cani + uomo), strategie (comportamenti prescelti collocarsi come capobranco, o come gregari, segregati, per i cani; per gli umani: nutrire, sgregare, ecc.) vettori (scelte possibili), infine U = UTILITA’: sopravvivenza, comando, accoppiamento, cani che fanno la guardia o che dànno affetto, ecc. ecc.
Un (Sa, Sb …. Se)
Cioè, l’utilità di ciascuno dipende dalle strategie proprie e di tutti gli altri.
Al momento nel giardino c’è una situazione di equilibrio: il vecchio capobranco di buon grado al mattino rientra nel suo recinto, così mangia e non deve scontrarsi sempre con il giovane; lo stesso dicasi per i cani segregati, in fondo stanno tranquilli durante il pomeriggio e comunque mangiano; il nuovo capobranco ed i cuccioli scorazzano tutto il giorno felici e solo al pomeriggio fanno gli attacchi al vecchio capobranco, meglio di così?
In fondo tutti sanno che cambiando strategia, per esempio ribellandosi all’uomo che disciplina il calendario dentro / fuori rischiano alcuni la pelle, altri uno scontro prolungato che comunque è doloroso.
Un equilibrio di Nash per un dato gioco (ed anche per questo!) è una combinazione di strategie tali che ogni giocatore ha a disposizione almeno una strategia dalla quale non ha alcun interesse ad allontanarsi, se tutti gli altri giocatori non modificano la loro: si tratta di strategie che ciascun giocatore fa sulla base di congetture su cosa faranno gli altri, se le congetture di questi sono coerenti con i loro comportamenti. Se i giocatori raggiungono un equilibrio di Nash, nessuno può più migliorare il proprio risultato modificando solo la propria strategia, ed è quindi vincolato alle scelte degli altri e nessuno dei giocatori ha interesse a cambiare strategia.
Un (Sae, Sbe…. See) > Un (Sa, Sb…. Se)
dove la e sta per equilibrio.
Una strategia si dice dominante se fornisce i risultati migliori indipendentemente da quanto fanno gli altri giocatori, e quella dei cani potrebbe essere effettivamente una strategia dominante. Se non fosse che abbiamo dimenticato cosa fanno altri due giocatori: Marghotta e gli umani.
Marghotta è una femmina alfa e gli umani hanno tante più possibilità dei cani: forse per loro la situazione, che per i cani è una strategia dominante, è invece una strategia dominata.
In un certo gioco, per un certo giocatore, una strategia si dice dominata se ne esiste un’altra che gli permette di ottenere risultati migliori qualunque cosa facciano gli altri giocatori: ad esempio, Marghotta, che si sente costretta nel suo ruolo di comprimaria, essendo una femmina alfa, decide di attaccare violentemente le altre femmine del branco, convinta di ottenere un risultato migliore. E gli umani stanno pensando di sfoltire il gruppo di cani che, in effetti, ha raggiunto un numero e dei comportamenti critici. E’ certo che, continuando a seguire l’attuale strategia dominata, sia gli umani che Marghotta non stanno bene.
Che succederà allora nel Giardino? i comportamenti dei giocatori convergeranno verso un equilibrio di Nash, oppure no?.
Dunque, i contendenti – vecchio capobranco e nuovo pretendente con i suoi alleati – confidano che tutti gli altri cani restino segregati, che non costituiscano un problema e che gli umani continuino a chiudere ed aprire i cancelli in modo coerente con le loro aspettative: gli altri cani, in fondo, sono paghi del fatto di restare segregati, cosicché vogliono sempre rientrare in casa, ed i padroni non possono fare diversamente, cosicché le congetture di tutti sono coerenti con i loro comportamenti. Dunque ci siamo! Abbiamo raggiunto un equilibrio di Nash evviva!.
Ma succede qualcosa, perché a nessuno piace restare segregato anche se per una parte sola della giornata, e specialmente agli umani questa situazione è piuttosto disagevole, per molti motivi. Allora dovrebbe intravedersi all’orizzonte una dinamica diversa, una dinamica nella quale, se tutti o parte dei giocatori cambiassero in modo cooperativo la loro situazione, tutti otterrebbero una maggiore utilità: sarebbe una dinamica dominante.
Che succede nella fattoria degli animali di Orwell? Succede che l’uomo, sfruttatore e ubriacone, induce gli animali a ribellarsi, perché la situazione di ciascun animale (era terribile!) non sarebbe mutata se non modificando la strategia di tutti.
Nel Giardino c’è questa situazione. Diamo prima alcuni riferimenti:
A = vecchio capobranco
B = giovane pretendente e cuccioli
C = Marghotta femmina alfa
D = altri cani segregati
E = gli umani.
A è incompatibile con B e D e viceversa, ed anche con E perché è troppo burbero per entrare in casa; B (presi tutti insieme, pretendente e cuccioloni come una squadraccia) sono spesso incompatibili con D; C è incompatibile con D e viceversa, E non può tenere dentro casa né A né B (presi tutti insieme, sono una squadra potente):
�e
Quindi E decide prima di tenere separati A da B e C da D, ed in un primo momento funziona; ma sorgono tensioni, perché A e C restano troppo tempo segregati.
Infatti l’equilibrio di Nash non é la soluzione migliore per tutti. Se è vero che in un equilibrio di Nash il singolo giocatore non può aumentare il proprio guadagno modificando solo la propria strategia, non è affatto detto che un gruppo di giocatori, o, al limite, tutti, non possano aumentare il proprio guadagno allontanandosi congiuntamente dall’equilibrio”: ad esempio cacciando il padrone della fattoria, come hanno fatto i maiali di Orwell, oppure dando una diversa destinazione ad alcuni dei cani del Giardino, come stanno pensando gli umani.
“Ciò è possibile ma a condizione che si instauri una cooperazione tra i giocatori, vale a dire che tutti agiscano non col fine di ottenere il miglior risultato per sé, ma di ottenere il miglior risultato per il gruppo, e quindi, indirettamente, ottenendo un risultato migliore anche per sé.”
“Tuttavia spesso la razionalità collettiva contrasta con quella individuale, e nella maggior parte dei casi è necessario un accordo vincolante tra i giocatori (e quindi una istituzione che vigili su tale accordo) ed una sanzione nei confronti di chi non lo rispetta, riducendo quindi il profitto del singolo, se esso si allontana dalla combinazione di strategie che garantisce a tutti il miglior risultato, affinché nessuno trovi preferibile defezionare”.
Nel mondo di Orwell questa istituzione era rivestita dai maiali che assunsero il comando, fecero la rivoluzione ed imposero le nuove regole; nel mondo del Giardino è rappresentata dagli umani che, per evitare che le cose peggiorino, anche in forza del comportamento aggressivo di Marghotta, deciderà di sfoltire una parte dei cani e tenerli separati dagli altri definitivamente, caso mai affidandoli ad altri umani desiderosi di adottare un bel cane.
Così facendo diminuiranno le lotte di potere, e sarà più facile al convivenza per tutti.
In effetti si è organizzata una sorta di cooperazione tra Marghotta e gli umani che ha consentito (o consentirà in un prossimo futuro) di migrare da una situazione di equilibrio insoddisfacente ad un’altra migliore per tutti, cioè un nuovo equilibrio. In effetti non possiamo parlare propriamente di dinamiche dominanti, perché abbiamo cambiato le regole del gioco, escludendo alcuni dei giocatori e creando un nuovo equilibrio, ma spesso ciò accade, perché qualcuno spesso viene messo fuori gioco.
* * *
Capitolo 4 – La Politica
Ma guarda un po’, mi sembra di vedere in piccolo una replica di ciò che accade anche in politica.
Vecchi capi (i leader politici del passato) che vengono prima sfiancati da lotte interne di partito, poi vengono isolati (anche per questioni giudiziarie), poi vengono definitivamente deposti da forze esterne (ricordatevi la fine di Berlusconi e la tempesta perfetta del 2011, il debito Usa, lo spread,ecc. ecc.), e faticosamente emergono nuovi leader.
Ma c’è un altro aspetto interessante che lega la politica al Giardino: c’è una parte della popolazione che viene tenuta segregata, congelata, isolata, come i cani meticci del Giardino: in Italia (e credo anche altrove) c’è sempre stato un partito di congelamento, che ha avuto il ruolo di tenere a bada, separata, una parte della popolazione.
Anticamente c’era l’Uomo Qualunque di Giannini, antipartito qualunquista; nella prima Repubblica c’era l’MSI, il partito dei neo fascisti, fuori dell’arco costituzionale, poi tutta la serie di partitini di estrema sinistra o di centro che contavano meno di zero, ma tenevano a bada i vetero comunisti ed i vetero conservatori; poi nella seconda Repubblica c’è stata la Lega Nord di Bossi, che ha dato asilo alla grande protesta economico fiscale del nord, oggi c’è il Movimento 5 Stelle che raccoglie tante istanze diverse: il ruolo di questi partiti è stato sempre quello di tenere i cani meticci isolati dal gruppo di comando, da quelli che realmente si contendono il potere; la loro parabola politica è varia, ma prima o poi i leader confluiscono sempre nel gruppo di comando ed il popolo che ha dato loro fiducia trova prima o poi una nuova casa / igloo, per il nuovo congelamento.
Giannini dell’Uomo qualunque entrò alla fine nella DC di De Gasperi, i vetero Comunisti diventarono gli attuali DEM, l’MSI diventò Alleanza Nazionale ed andò al governo con Berlusconi, la Lega Nord idem, ed oggi c’è il nuovo congelatore del M5S: non si allea con nessuno, non vuole far entrare nessuno, altrimenti la temperatura si alza e l’igloo non tiene più in freezer gli elettori.
Diceva Grillo nel 2013: «ogni tentativo di coinvolgere il movimento è falso» e assicura che «non sosterrà alcun governo». «Noi diamo voce alla rabbia, noi diamo una speranza. Se non si crea una speranza, si arriva alla violenza, dovrebbero ringraziarmi».
Ricapitoliamo: c’è la vecchia guardia, isolata e sconfitta (coloro che, a destra e sinistra, hanno governato prima d’ora), c’è il nuovo capobranco, con i giovani alleati che si contende il potere (Renzi e Maria Elena), e c’è il gruppo di cani isolati, congelati, che non partecipano al gioco di potere (più di uno, ma certamente i 5Stelle).
Ma ricordate come càmpano i cani del Giardino? Càmpano perché gli Umani dànno loro da mangiare, a condizione che non si azzuffino troppo e continuino a fare la guardia e a dare loro tanto affetto: il ruolo istituzionale del padrone dei cani.
Chi sono gli umani nella politica? Sono piuttosto scettico nel pensare che siano il Governo e le istituzioni.
Siamo un paese che ha perso la maggior parte delle proprie risorse strategiche, dove “dal primo gennaio 2008 a oggi sono passate in mani straniere ben 830 aziende italiane per una valore complessivo di poco superiore ai 101 miliardi di euro. Cifra che arriva tranquillamente a 115 miliardi, dal momento che nelle operazioni più piccole gli importi della cessione non sono dichiarati. Nello stesso periodo .. lo shopping italiano all’estero si è fermato a circa 340 prede per un capitale più o meno di 65 miliardi.” http://www.liberoquotidiano.it/news…
Sono passate di mano aziende strategiche del settore dell’energia e delle comunicazioni, dell’industria pesante, un vero e proprio ripulisti delle maggiori industrie alimentari del paese, per non parlare della telefonia e del c.d. made in italy in generale.
E’ facile congetturare che il governo e le istituzioni siano condizionati dai gruppi industriali stranieri che hanno interessi in Italia, e certamente lo sono dalle potenze straniere, esterne, dagli Usa a Google, dalla Cina alla Monsanto, insomma da quelli che comandano davvero.
E che fanno questi umani della politica? Ci danno da mangiare e tengono una parte di noi segregati, come i cani meticci del Giardino ed i toccatori del gregge.
L’equilibrio non è stabile, perché potrebbero intervenire nuove dinamiche dominanti nella misura in cui i giocatori pongano in essere strategie cooperative: tuttavia, forse perché siamo abituati ad essere schiavi più che padroni, questo non accade, cosicché per un nuovo equilibrio sarà necessario escludere qualcuno dal gioco, o forse no.
Sta per certo che se mai ci fosse un equilibrio di Nash nella nostra situazione politica, non sarebbe certo soddisfacente: ecco perché è probabile che qualche femmina alfa della politica italiana passi ad instaurare una cooperazione volontaria o no, consapevole o no, con gli umani del più complesso sistema politico nazionale, e generare una nuova dinamica dominante.
(to be continued)


Categorie:politica

1 reply

Trackbacks

  1. Ma cosa stiamo facendo al Pianeta ed a noi stessi? – OBLETTER & D'AGOSTINO

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: